mercoledì 3 febbraio 2016

Lo struzzo e il leone


L'alba si alza sui sogni, spegnendo per sempre ogni velleità del desiderio.

Akif è uno struzzo.
Uno di quei grandi uccelli dal piumaggio nero e le gambe lunghe, famosi per nascondere la testa sotto la sabbia ad ogni pericolo.
Akif vive con la madre e il padre sulla riva di un grande lago, nella assolata savana africana. Ogni giorno si sveglia e guarda verso l'alto. Invidia le splendide cicogne, capaci di volare sul vento caldo proveniente da est.
Anche lui vorrebbe essere accarezzato dalle nuvole ed osservare gli altri dall'alto. Vorrebbe vedere l'orizzonte curvarsi e il sole non tramontare mai.
Vorrebbe, in una parola sola, volare.
Ma non può. Le sue ali sono troppo tozze e le sue ossa troppo pesanti. La genetica a volte è veramente cattiva.
Zenaib è una leonessa.
Una di quelle bestie maestose e dal ruggito possente, famose per essere considerate le regine di tutti gli animali.
Zenaib ha tre mariti e decine di figli. Ogni giorno si sveglia e sa di dover sfamare la famiglia. Non ha tempo di sognare, perché senza di lei il branco non sopravvive. Però fa bene quello che gli piace: cacciare. Mai e poi mai una preda è riuscita a sfuggirle. Ogni giorno torna dal branco con qualcosa da mettere sotto i denti, fiera di se e della sua abilità nel recuperare cibo.

Come ogni giorno Akif cammina dinoccolato per la savana. Il suo incedere zoppicante è ulteriormente rallentato dal suo sguardo perso verso l'alto. Nel cielo volano pigri stormi di uccelli, indistinguibili, osservati dallo struzzo con odio misto ad invidia.
“Perché loro possono ed io no?” pensa con il becco verso l'azzurro. “Magari non lo volevano nemmeno, io invece lo desidero con tutto il cuore”. Lo stomaco gli brucia di rabbia, tanto da fargli perdere di vista il suo gruppo, che sulle possenti zampe si allontana a grandi salti verso il lago dall'altra parte della valle.
Distratto dalle stormo e dalla gelosia, Akif, non guarda cosa lo circonda perdendosi così la bellezza della savana. Non vede nemmeno Zenaib, appostata dietro un basso cespuglio in attesa della sua preda.
Solo quando la leonessa gli corre incontro ruggendo ferocemente lo struzzo la nota. Spalanca gli occhi terrorizzato e pensa “Se solo potessi volare non riuscirebbe mai a prendermi”.
Lo sguardo vitreo dello struzzo, le fauci affamate del leone. Un solo pensiero per entrambi.
Sopravvivere.
E' la paura che spinge Akif a correre, ma Zenaib è rapida e gli è quasi addosso. Akif accelera, e scopre di essere veramente veloce. Sente il vento che gli accarezza le penne, il becco che fende l'aria. E' veloce come non lo è mai stato.
E gli piace. Così ha sempre immaginato il volo!
Per la prima volta da quando è nato lo struzzo sorride, e la paura lascia presto spazio all'adrenalina. Akif vuole spingere i suoi limiti al massimo. Non gli importa più di Zenaib che lo insegue, non gli importa degli uccelli su in alto. Lui può correre, più veloce degli altri.
Ah! Se solo lo avesse scoperto prima, si sarebbe allenato tutti i giorni, per diventare ancora più veloce. Più veloce della gazzella, più veloce del ghepardo.
Più veloce del leone...

Zenaib portò il cibo al suo branco anche quella sera, soddisfatta di essere la migliore cacciatrice della savana.


Se sogni quello che non puoi fare non ti renderai mai conto di essere il migliore in quello che ti piace.

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