Sette Proiettili
Il click del caricatore della pistola
aveva la stessa intensità di un'esplosione atomica all'interno delle
orecchie di Jack. Aveva contato i proiettili per essere sicuro di
averne almeno uno in più.
Sette proiettili: uno per la guardia
all'ingresso (da sparare rigorosamente nella gamba), uno per
incrinare il vetro rinforzato per poi sfondarlo con il calcio, uno da
sparare in alto per spaventare i clienti, poi avrebbe urlato la frase
di rito, un altro colpo in aria, avrebbe puntato la pistola contro la
cassiera e sparato dietro di lei, avrebbe aspettato con la borsa
aperta il bottino, poi avrebbe sparato un colpo nel nulla e sarebbe
scappato. Nessun morto, sei proiettili usati, uno ancora in canna per
le emergenze.
Jack odiava gli sprechi, ogni
proiettile costava almeno un dollaro e lui in ogni rapina rischiava
la vita.
Quelli erano soldi veramente sudati,
mica come lavorare in ufficio. Lui metteva in gioco tutto se stesso,
non rimaneva con il culo poggiato sulla sedia a premere tasti a caso
sul computer. Lui non solo doveva pianificare tutto nei minimi
particolari e minimizzare gli imprevisti ma doveva anche cacciare le
palle.