giovedì 19 aprile 2012

Il popolo delle caverne

(si a volte scrivo anche)

Diamo per scontato la conoscenza del mondo che ci circonda. L'elevata tecnologia e la nostra arroganza ci hanno resi ciechi ai misteri che risiedono dietro l'angolo. Pensiamo che nulla più ci sorprenda, vivendo le nostre vite nell'apatia dell'ignoranza, senza la curiosità che spronò i nostri avi, convinti che non ci sia più nulla oltre quello che vediamo.

Ma ci sbagliamo.
Per esempio c'è un gruppo di uomini e donne che vive nelle profondità della terra in enormi grotte scavate dalla natura, che, come le popolazioni aborigene, vivono di espedienti senza conoscere il mondo esterno. Estremamente superstizioni, venerano gli enormi vermi dal ventre trasparente che corrono urlando per le gallerie più grandi, lasciando enormi solchi luminosi sulle pareti di roccia dura, mentre il grido angosciante delle loro prede ancora vive che si dibattono nei loro stomaci lattiginosi riempie d'orrore i piccoli. Vanno in giro nudi, armati di pezzi di pietra levigata che usano per uccidere topi e altri animali che vivono nelle profondità della terra. Essendo la visibilità scarsa, se non completamente assente in alcune grotte, comunicano con lunghi suoni gutturali, più per stabilire la loro posizione rispetto agli altri che per intavolare discussioni. Le tribù, composte da un unico gruppo familiare di non più sette elementi, vivono a distanze enormi le une dalle altre e molto spesso una tribù non incontrerà mai un membro di un altra per anni, se non per decenni. Gli spostamenti sono ridotti al minimo, essendo soprattutto tabù le grotte dei grandi vermi urlanti, che scavando e divorando tutto quello che si trovano davanti, uccidono chiunque provi ad entrare nel loro territorio.

E questo è un vero peccato, perché se qualche componente di questo popolo delle caverne riuscisse a percorrere per intero la galleria di uno di questi enormi vermi, arriverebbe a vedere il linoleum scintillante del pavimento di una stazione della metropolitana, con i pendolari che aspettano pazientemente il treno.

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