martedì 17 maggio 2011

L'ultimo libro



Era un lettore ossessionato.
Viveva in una piccola casa nella periferia della città. Uno squallido bilocale dalle pareti stinte e le finestre piccole, incastrato in un enorme condominio pieno di famiglie urlanti e bambini dispettosi. Dalla finestra più grande, dalla quale non si sarebbe riuscita ad affacciarsi che una sola persona, si vedeva solo la città, un enorme agglomerato di cemento e rumore, un mondo senza immaginazione, lontano dalla fantasia. E allora lui leggeva. Si richiudeva nei suoi libri ed immaginava una vita diversa dove, eroe in qualche fantastica avventura, salvava damigelle e trovava l'amore della sua vita. Sognava terre lontane, di essere un esploratore coraggioso, un poliziotto inflessibile o un guerriero dalla spada lucente.

Ogni minuscolo anfratto di casa sua era piano di libri: gli armadi, dove pochi vestiti riposavano alla rinfusa tra le copertine di romanzi già letti, nel bagno, vicino ad asciugamani logore e vecchie, in cucina, circondati da formiche più avide di briciole e di avanzi che di cultura.
Unica amica del lettore era la piccola cassiera della libreria sotto casa. Era capitato una sola volta che avessero incrociato gli sguardi, gli occhi profondi di lei si erano immersi in quelli di lui e solo per un attimo la loro conoscenza sui libri si era fusa creando la più vasta biblioteca che il mondo umano avesse mai consosciuto. Ma quell'attimo era finito poco dopo e, tristi, i due si erano allontanati per continuare la propria vita.
Lui era ritornato a casa e steso sul letto, aveva osservato la donna al suo fianco, una sagoma costruita con libri e copertine vecchie e illeggibili. Poi solitario, aveva ricominciato a leggere.
Aveva letto per tutta la vita, senza mai assaporare il mondo reale.
E al suo funerale c'erano solo personaggi di libri dimenticati di cui solo lui aveva avuto ancora memoria.

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